Sulla legittimità della partecipazione dei ministri dimissionari del governo Attal all’elezione del Presidente dell’Assemblea nazionale francese – S. Curreri
Lo scorso 18 luglio la deputata macronista Yaël Braun-Pivet è stata rieletta a scrutinio segreto Presidente dell’Assemblea nazionale al terzo scrutinio, con appena 220 voti sui 569 votanti, tredici in più rispetto al secondo piazzato, il leader del partito comunista André Chassaigne, dell’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare (NFP). In assenza di una chiara maggioranza parlamentare dopo le elezioni del 30 giugno-7 luglio, tale elezione risicata è stata resa possibile grazie all’articolo 9, comma 2, del Regolamento interno, secondo cui se nei primi due scrutini non si ottiene la maggioranza assoluta dei votanti, è sufficiente al terzo quella relativa, per cui basta prendere un voto più degli altri candidati per essere eletti Presidente. Tale scrutinio finale, da noi previsto nel solo Senato (art. 4 reg.) anche in considerazione della necessità di eleggere immediatamente il supplente del Presidente della Repubblica (art. 86.1 Cost.), risponde – in Francia come altrove – primariamente alla necessità di assicurare subito una guida all’assemblea parlamentare, eventualmente anche in maniera indipendente dalla formazione della maggioranza di governo, anche se l’elezione del Presidente può costituire un’utile indicazione in tal senso.