Quando i seggi parlamentari sono attribuiti anche in base ai sondaggi – L. Bartolucci
Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 sono state per più versi uniche nel loro genere. Oltre a svolgersi in un periodo caratterizzato dalla recrudescenza di una pandemia mondiale, nel pieno di una crisi energetica e di una guerra alle porte dell’Europa, sono state le prime elezioni dell’Italia repubblicana in cui – per effetto delle leggi costituzionali n. 1/2020 e n. 1/2021 – si è votato per eleggere un Parlamento “a ranghi ridotti” (per via della riduzione del numero dei parlamentari: si è passati da 630 deputati e 315 a senatori a, rispettivamente, 400 e 200) e nelle quali sono diventati parte del corpo elettorale, anche per il Senato della Repubblica, i cittadini diciottenni, parificando in tal modo l’elettorato attivo delle due Camere.
Abstract: The paper intends to analyze the role that polls played in the recent political elections of 25 September 2022. In particular, an element seems to emerge even more clearly than in the past from the electoral session, which concerns the role of polls in influencing not only on the results of the electoral competition but, above all, in helping to determine the distribution of parliamentary seats. In this sense, the polls have had a triple effect: the first has – probably – influenced in part the choices of the voters and those elected; a “post-electoral” one, which affected perceptions of the results; finally, a real effect, which directly affected the distribution of seats in Parliament.