Su un recente libro sul rapporto tra populismo italiano e costituzionalismo – F. La Placa
Edito da Palgrave il volume “Italian Populism and Constitutional Law”, a cura di G. Delledonne, G. Martinico, M. Monti, F. Pacini, rappresenta un testo innovativo nel panorama scientifico del nostro paese. Gli Autori affrontano un tema di grande attualità e novità nel dibattito giuridico contemporaneo, ossia quello del complesso rapporto tra costituzionalismo e populismo. L’opera concentra la sua attenzione esclusivamente sul caso italiano, ma tale scelta non deve considerarsi né riduzionistica né casuale: tale decisione, infatti, non è riduzionistica perché giustificata dalla peculiarità del sistema costituzionale italiano, paradigmatico nel modo di concepire la costituzione; e non è casuale per la particolarità delle esperienze populiste che si sono sviluppate nel nostro paese. Per quanto concerne il primo aspetto, va appunto ricordato che la nostra Costituzione si pone nell’alveo di tutte quelle carte fondamentali, redatte nel secondo dopoguerra, che, al fine di tutelare il pluralismo, prevedono istituti giuridici che mettano le democrazie al riparo da derive autoritarie. Per quanto attiene al secondo, si fa notare come il panorama politico italiano non solo non sia nuovo ad esperienze di questo genere, dato che una forma embrionale di populismo può essere ravvisata addirittura nel Fronte dell’Uomo Qualunque già presente in Assemblea costituente, ma abbia rappresentato uno dei casi più emblematici del c.d. populismo di governo, dato che fino a poco meno di un anno fa il governo italiano era esclusivamente espressione di forze che si definiscono populiste. Tale ultima circostanza ha dunque permesso agli Autori di comprendere, dopo averne analizzato i risvolti teorici, come i populisti, una volta ottenuta la maggioranza in Parlamento, si siano in concreto confrontati con i principi presenti all’interno della nostra Costituzione.